Progetto

I molteplici aspetti che governano il mondo della pesca, comportano l’esigenza di un continuo aggiornamento, sia da parte di chi svolge funzioni di programmazione, gestione e controllo del settore, sia da parte dei professionisti incaricati di fornire servizi sempre più attuali ed adeguati. Numerosi sono i cambiamenti in atto nel mondo della pesca e dell’acquacoltura, molti dei quali dovuti anche all’entrata in vigore di numerose norme, i cui effetti presentano impatti importanti sul settore.

In questo scenario di riferimento assume una connotazione specifica la gestione delle pesca professionale nelle aree protette, che potrebbero rappresentare “ambiti privilegiati per sperimentare percorsi finalizzati ad uno sviluppo sociale ed economico sostenibile sotto il profilo ambientale, prima di tutto a scala locale per poi trarne esempi, insegnamenti, buone prassi da replicare in una dimensione più vasta” (Marino, 2011).

Se la pesca professionale, intesa quale fattore di utilizzo della risorsa, è parte significativa delle politiche di gestione delle aree protette finalizzate alla conservazione della biodiversità, la sua esclusione dai tavoli consultivi ed il mancato coinvolgimento degli operatori in specifiche attività rischia di non favorire uno sviluppo equilibrato del concetto che è alla base della tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, socioeconomico e culturale proprio di un’area protetta. Va peraltro considerato che il confronto che in questi ultimi anni si è sviluppato tra alcune componenti delle istituzioni (ai vari livelli) e il comparto della pesca, deve essere ulteriormente rafforzato poiché la forte crisi della finanza pubblica ha di fatto sottratto risorse al finanziamento delle aree protette, creando criticità nel sistema. Tale situazione se adeguatamente gestita ed accompagnata, può stimolare una nuova stagione, dove le comunità locali, nella componente pubblica e privata, possono costituire il punto di partenza per aggregare quelle componenti di ricchezza del singolo contesto territoriale, attraverso le quali dare avvio ad un processo virtuoso a beneficio dell’intera collettività.

In definitiva l’intera situazione sta di fatto imponendo ai soggetti gestori di trovare percorsi alternativi e nuovi che vedano il pieno coinvolgimenti di tutti gli attori locali, a partire dalla componente produttiva, e assieme a questi stimolare e rilanciare percorsi di sviluppo sostenibile.

La gestione della pesca nelle aree protette rappresenta un caso particolarmente articolato e complesso, considerando che alle comuni norme di regolamentazione delle attività di pesca, si aggiungono gli obblighi di tutela e conservazione degli habitat e delle biodiversità.

Come precedentemente accennato, è possibile sperimentare forme di gestione condivise della pesca, diminuendo da un lato l’impatto delle attività sui processi ecologici e proteggendo gli habitat e le specie, dall’altro fornendo agli operatori delle opportunità economiche legate proprio alla presenza dall’area protetta, come ad esempio l’integrazione con le attività turistiche.

La sfida attuale a cui sono chiamati gli enti gestori delle aree protette è quella di fungere sia da soggetti in grado di assicurare in primis il buon funzionamento delle aree protette e la corretta gestione delle risorse alieutiche, che da interlocutori privilegiati con gli operatori del settore della pesca. Ma essendo il settore della pesca un settore articolato e complesso dal punto di vista normativo, tecnico, socioeconomico ma anche “culturale”, si rende necessaria una adeguata preparazione affinché i soggetti gestori delle aree protette possano rivendicare il ruolo importantissimo di interlocutori privilegiati.

Nella maggior parte delle realtà costiere italiane la gestione dell’ambiente marino può diventare concreta occasione di sviluppo, possibilità di futuro per territori altrimenti condannati alla marginalità, così come in aree densamente abitate la presenza di un’area protetta può rappresentare lo strumento di bilanciamento all’uso massivo delle risorse naturali.

Il Regolamento n. 508/2014 relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), stabilisce al Titolo V, Capo I, le misure da adottare e finanziare per lo sviluppo sostenibile della pesca. In particolare l’articolo 40 del suddetto Regolamento, esplicita che, al fine di proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi marini nell’ambito di attività di pesca sostenibile, saranno promossi interventi finalizzati ad incentivare la consapevolezza ambientale, per il coinvolgimento dei pescatori nella protezione e nel ripristino della biodiversità marina.

Sulla base di quanto evidenziato, si inserisce la presente proposta progettuale, finalizzata a:

  • contribuire alla protezione della biodiversità e degli ecosistemi marini dei siti Natura 2000 e delle zone marine protette;
  • individuare e promuovere i migliori strumenti di policy per una ottimale gestione e conservazione delle risorse biologiche marine;
  • facilitare la condivisione delle conoscenze e di buone pratiche, creando, attraverso la creazione di una specifica rete, momenti di confronto e informazione su tematiche ritenute prioritarie per lo sviluppo sostenibile del settore, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 40 del Regolamento 508/2014;
  • migliorare, attraverso un intervento formativo di e-learning, le competenze di coloro che a vario titolo operano nella gestione della pesca all’interno delle aree protette;
  • favorire il trasferimento delle conoscenze in materia di conservazione (gestione, ripristino e monitoraggio) di siti Natura 2000 e zone marine protette utilizzando quale veicolo i soggetti gestori e beneficiari prioritari la comunità dei pescatori;
  • incrementare il coinvolgimento delle comunità dei pescatori nella protezione e ripristino della biodiversità marina.

La proposta progettuale vuole dunque rappresentare un’occasione concreta di capacity building, in grado di delineare nel dettaglio il quadro di riferimento e definire gli strumenti adeguati di miglioramento della governance locale, fornire agli operatori che operano nella gestione della pesca all’interno delle aree protette le informazioni e gli aggiornamenti sugli strumenti di gestione e sulle opportunità di sviluppo, creare un’occasione di networking tra portatori di interesse, per lo scambio di esperienze e lo sviluppo di progettualità comuni.